La Lombardia è una delle regioni italiane in cui è più radicata la tradizione della cooperazione allo sviluppo.

Se prendiamo ad esempio i dati aggregati del 1999, le 36 Organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) che operano sul territorio della regione hanno raccolto e destinato ai progetti di cooperazione la somma di 193,5 miliardi di lire, di cui circa 48 miliardi provenienti dalle donazioni di privati. Una somma che, per quanto ingente, può apparire modesta rispetto all'enorme entità dei bisogni dei paesi emergenti, dove per creare le condizioni di uno sviluppo sostenibile gli economisti stimano un fabbisogno di finanziamenti nell'ordine delle migliaia di miliardi.

Ma il pregio dell'intervento delle ONGs consiste soprattutto nella capacità di mobilitare e di coinvolgere dal basso migliaia di persone sia nel proprio paese, l'Italia, che nei paesi che ricevono gli aiuti e che sono destinatari dei progetti di sviluppo. A differenza di quanto avviene nella cooperazione tra Stati oppure tra organismi multilaterali di sviluppo, come la Banca Mondiale, le agenzie dell'Onu, i programmi dell'Unione europea, le ONGs puntano a creare un rapporto diretto tra i cittadini del Nord ricco e del Sud povero, su una base di scambio paritario e di coinvolgimento delle persone oltre che delle istituzioni.

Le ONGs sono associazioni, senza finalità di lucro, composte da persone attive nella solidarietà internazionale. 

Non hanno tra i loro obiettivi quello di trarre profitto dalle attività che realizzano. Ogni introito proveniente dalla raccolta di fondi, dai contributi pubblici, o dalle iniziative che producono altre risorse è destinato a solo vantaggio delle attività a favore delle popolazioni coinvolte nei progetti di cooperazione realizzati e viene direttamente reinvestito nelle attività di sviluppo, nell’aiuto umanitario o nel lavoro di educazione allo sviluppo e di sensibilizzazione.