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Le ONGs sono una presenza attiva nella società italiana. E uno dei principali elementi di forza è dato dal radicamento sul territorio. "Il numero piuttosto elevato di ONGs in Italia, deriva dalla tradizione e dalla storia, e le 170 ONGs si caratterizzano proprio per la loro capillare presenza sul territorio" spiega il presidente dell'Associazione Nazionale delle ONGs italiane, Sergio Marelli. Ma se da un lato l'articolazione del mondo della cooperazione allo sviluppo è una fonte di ricchezza, dall'altro è necessario un coordinamento tra le diverse organizzazioni per favorire il raggiungimento degli obiettivi comuni e per aumentare la capacità di presa sulla società civile. E' per questo che lo scorso anno dall'Assemblea generale delle ONGs, un organo informale di coordinamento, è nata l'Associazione italiana delle organizzazioni per la cooperazione allo sviluppo, un passo in avanti per rafforzare la capacità di far conoscere i problemi e le soluzioni sviluppate dalle ONGs, salvaguardando la ricchezza e l'autonomia delle singole associazioni. Le ONGs credono infatti nella necessità di avere il
supporto, diretto o indiretto, dell’opinione pubblica nel settore della società
civile in cui sono costituite. Credono nella reale partecipazione dei loro
sostenitori al lavoro comune e ritengono che questo possa ottenersi attraverso
un costante dialogo con l’opinione
pubblica. Le risorse della solidarietà
Nella loro attività di raccolta di
fondi le ONGs mirano a rappresentare correttamente le differenti realtà con cui
cooperano e a far conoscere la complessità delle situazioni nelle quali sono
coinvolte, poiché metodi inappropriati di sensibilizzazione ed immagini
semplicistiche possono annullare l’impatto positivo del loro lavoro. Per questo le ONGs esigono di poter controllare ogni attività di raccolta fondi che viene realizzata a loro nome e chiedono che le esigenze della pubblicità o dell’informazione non prendano il sopravvento sugli obiettivi delle loro iniziative di cooperazione. Per questo nelle loro attività di informazione, di promozione e di pubblicità presentano le vittime – anche quelle di catastrofi – come esseri umani, degni di rispetto, e non come oggetti di commiserazione. Le vittime di una catastrofe devono
essere considerate come partners, da trattare su un piano di parità. Nelle loro
campagne di informazione pubblica le ONGs cercano di dare un immagine oggettiva
dei problemi, mettendo in luce non solo le vulnerabilità e i timori delle
vittime o della popolazione in difficoltà, ma anche le loro capacità e le loro
aspirazioni. |